Anche a Perugia la 35°edizione di Spiagge e Fondali puliti, la storica campagna dedicata al monitoraggio e alla pulizia dei rifiuti abbandonati lungo le coste e lungo le sponde dei fiumi

Stop plastiche nei fiumi per salvare gli ecosistemi

“Plasticentro – liberiamo i fiumi dalla plastica per #Salvamare” 

Ogni anno 626 milioni di rifiuti (pari a 3382 tonnellate) entrano tramite i fiumi nei mari che lambiscono l’Europa

L’Italia tra i Paesi più inquinanti 

Raccolti a Perugia 13 sacchi di rifiuti nell’aera del Percorso Verde di Ponte San Giovanni tra plastica, carta e indifferenziato

 

L’accumulo dei rifiuti negli ambienti naturali rappresenta una grave minaccia per gli ecosistemi e la salute umana. Un problema ormai noto, ma al quale ancora non riusciamo a rispondere in maniera adeguata. A livello globale, secondo le stime, ogni anno vengono immessi nei fiumi, nei laghi e negli oceani da 9 a 23 milioni di tonnellate di rifiuti plastici, cui si aggiungono altre 13-25 milioni di tonnellate negli ecosistemi terrestri. Secondo un recente report dell’Agenzia Europea per l’ambiente (Marine Litter in Europe – An integrated assessment from source to sea), ogni anno 626 milioni di oggetti galleggianti in media – tra i 307 e i 925 milioni – (pari a 3382 tonnellate di rifiuti all’anno) entrano dai fiumi nei mari regionali europei da 32 paesi costieri dell’Unione Europea e dell’Eurasia. Il Mar Mediterraneo in particolare riceve il 36% dei rifiuti fluviali immessi in Europa. Secondo il report “The Mediterranean: Mare Plasticum” dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel bacino mediterraneo si trova oltre un milione di tonnellate di plastica. L’Italia figura tra i paesi che contribuiscono maggiormente a questo fenomeno con l’11,3% dell’apporto di macro-rifiuti dai fiumi, seconda solo alla Turchia che contribuisce per il 16,8%.

E il danno non riguarda solo l’ecosistema marino, perché recenti studi hanno evidenziato come una parte significativa di rifiuti resti nell’ambiente fluviale, andando ad intensificare gli effetti negativi anche in questo ambiente.

Per individuare le più efficaci misure di contrasto alla dispersione dei rifiuti e promuovere buone pratiche utili a frenare il fenomeno, è partito il progetto Plasticentro (Misure sperimentali per il contrasto all’inquinamento da plastiche nei corsi d’acqua del Distretto dell’Appennino centrale), guidato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale con la partecipazione di numerosi partner tra i quali figurano Enea, Arpa Umbria e Legambiente, che vedrà tra i territori protagonisti delle azioni progettuali anche l’Umbria.

Ed è proprio nell’ambito del progetto Plasticentro che lo scorso 6 aprile si è svolta a Ponte San Giovanni, Perugia, la prima delle tante iniziative di volontariato ambientale dedicata alla raccolta dei rifiuti lungo le sponde del Fiume Tevere. Durante il fine settimana della storica campagna Spiagge e fondali puliti”, giunta alla sua 35° edizione, un gruppo di volontarie e volontari guidati dal circolo Legambiente Perugia e Valli del Tevere, hanno liberato le sponde del fiume Tevere da diverse centinaia di rifiuti, riportando a casa un proficuo bottino: ben 3 sacchi di plastica, 2 sacchi di carta, 2 di vetro e 6 sacchi di rifiuto indifferenziato.

I rifiuti nei sistemi fluviali hanno un impatto diretto perché aumentano i rischi di alluvione nelle aree urbane ostruendo le fognature e altre infrastrutture idrauliche e sono dannosi per la biodiversità. Con il progetto Plasticentro intendiamo proseguire il lavoro di prevenzione e tutela della salute degli ecosistemi fluviali che le nostre volontarie e i nostri volontari svolgono già da diversi anni sul tema del contrasto all’abbandono dei rifiuti negli ambienti naturali, con particolare riferimento a quelli che contaminano fiumi e laghi”, commenta Martina Palmisano, Vicedirettrice Legambiente Umbria e Presidente del circolo perugino. “Nelle settimane che hanno preceduto la campagna, il circolo di Perugia ha svolto un’indagine di river litter che ha rivelato come i rifiuti maggiormente trovati e censiti siano ancora di origine plastica e di dimensioni comprese tra i 2,5 cm e i 50 cm. Dati che confermano la necessità di proseguire con iniziative di volontariato ambientale come quelle previste dal progetto Plasticentro, ma anche con azioni di sensibilizzazione della cittadinanza su temi delicati come l’inquinamento da microplastiche e dispersione dei rifiuti in natura”.

Tra le azioni più importanti previste dal progetto Plasticentro, l’implementazione di barriere galleggianti per il recupero delle macro-plastiche nei fiumi Tevere, Aniene e Tronto. 

 

Il sistema di intercettazione sarà costituito da moduli di barriere galleggianti, posizionati trasversalmente alla corrente del fiume, col compito di convogliare il materiale galleggiante a ridosso delle sponde. Il materiale raccolto sarà separato in materiali omogenei, inseriti in appositi contenitori (big bag), e conservato in un’area di deposito temporaneo fino al successivo trasporto a discarica o impianto di recupero. La barriera sarà ancorata alla sponda del fiume e a corpi morti in acqua e adeguatamente segnalata con boe lampeggianti per sicurezza della navigazione.

 

Il progetto Plasticentro (Misure sperimentali per il contrasto all’inquinamento da plastiche nei corsi d’acqua del Distretto dell’Appennino centrale) è guidato dall’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Centrale con la partecipazione di Enea, Arpa Umbria, Arpa Lazio e Legambiente. Oltre al partenariato partecipano e collaborano poi alle attività di progetto diverse importanti realtà territoriali, tra cui la Regione Lazio, RAM/Capitaneria di Porto di Roma, Contratto di Fiume Tevere Foce-Castel Giubileo, Regione Marche, Regione Abruzzo, Contratto di Zona umida Gestore RN Sentina, EGATO ATO2, ACEA-ATO2, UNIVPM, Regione Umbria.