Mentre Terni, flagellata da decenni di inquinamento, si avvia a diventare l’inceneritore di Roma, nel silenzio più totale della politica – a cominciare proprio da coloro che hanno fatto della bandiera dell’ambiente il proprio cavallo di battaglia – l’unico argomento che tiene banco, come un disco incantato, è la questione dell’autonomia del dipartimento di Terni di ARPA.
Possiamo capire un certo sindacato assistenziale e clientelare che è tirato per la giacchetta da vecchi interessi. In alcuni casi si tratta di sindacati con pochissimi iscritti in ARPA Umbria ma tant’è…fanno la voce grossa ugualmente.
Possiamo prevedere che ci siano politici, vicini a certe aziende romane che mirano all’incenerimento dei rifiuti altrui a Terni in barba all’europeo principio di prossimità e all’Economia circolare, che quindi vedono in un’ARPA efficiente e indipendente un ostacolo.
Possiamo anche comprendere il livore di vecchi dirigenti esautorati di una ARPA collocata in una sede ternana un po’ particolare, per anni priva dei requisiti antincendio ed antisismici, con orari di lavoro molto “flessibili”, con alto potenziale di conflitti d’interesse.
Quello che non riusciamo proprio ad afferrare sono gli attacchi del M5S, più simili, se non superiori, a quello di parti politiche per tradizione più vicine al cemento e all’incenerimento e non certo a chi si fregia di voler tutelare l’ambiente.
A noi risulta che ARPA Umbria svolga al meglio il suo ruolo di controllo, in piena autonomia, con una sede a Terni a norma, con una Biblioteca che produce cultura ambientale avanzata con i propri eventi, con un Archivio di Storia Industriale ternana di prim’ordine, con un Laboratorio cui gli Organi dello Stato riconoscono leadership ed eccellenza e che ospita il LaboBioTech dell’ITS-MIUR, che sviluppa azioni di Citizen Science di valenza nazionale, dal monitoraggio dell’aria dalla Conca fino a Parrano, dalla gestione dell’inquinamento olfattivo da Nera Montoro a Terni, che è un riferimento regionale per l’educazione ambientale e che ha avviato esperienze di approccio partecipativo che fanno scuola a livello nazionale e di semplificazione del procedimento amministrativo ambientale apprezzato dalle imprese.
Il tutto con risorse umane limitate (la pianta organica di ARPA Umbria prevederebbe 227 Unità, ma ad oggi le effettive sono 170) che ora potranno essere arricchite alla luce della recentissima approvazione da parte della Giunta Regionale di uno stralcio del Piano dei Fabbisogni Assunzionali, che consentirà anche un riassetto che preveda pure la tanto auspicata figura del direttore per l’Umbria Sud.
A noi, per nulla avvezzi alle strategie, aperti e sinceri nell’esporre le nostre idee, preoccupa molto quel passato che il MS5 dice di voler cancellare e che rischia di tornare velocemente quando ci sono in ballo interessi forti pronti a prevalere su quelli della collettività e dell’interesse generale.
Cittadinanzattiva Umbria
Legambiente Umbria
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