Sabato 18 settembre a Palazzo Trinci, il circolo Legambiente Foligno e Valli del Topino, in collaborazione con Legambiente Umbria e con il patrocinio del Comune di Foligno, è riuscito a mettere intorno ad un tavolo, Università, Regione Umbria, Consorzio di Bonifica, AURI e ARPA per parlare della risorsa acqua nel nostro territorio. Al convegno hanno partecipato numerosi cittadini che hanno saturato la capienza (pur ridotta causa COVID) della sala rossa, oltre a coloro che hanno seguito online l’evento. Grande assente al convegno è stata Valle Umbra Servizi che ha ritenuto di declinare l’invito a partecipare ad un consesso in cui era contemporaneamente presente controllato e controllore, non comprendendo, probabilmente, che i processi partecipativi nascono proprio dal confronto di posizioni e visioni opposte.
Il convegno è stato aperto da Marco Novelli, presidente di Legambiente Foligno, che ha subito posto sul piatto i numerosi problemi che il circolo, da sempre molto attivo sul tema, ha posto all’attenzione delle istituzioni e che riguardano; l’inquinamento rilevato in alcuni fiumi, l’annoso problema del flusso vitale del topino, la delicata questione della diga di Acciano e le problematiche connesse alla depurazione.
E’ stata successivamente illustrata la ricchezza della biodiversità ittica dei nostri fiumi da Massimo Lorenzoni, ricercatore del dipartimento di Chimica Biologia e Biotecnologie dell’Università di Perugia che ha ribadito come la tutela degli ecosistemi acquatici e la biodiversità stessa è possibile solo se viene garantito il flusso vitale minimo dei fiumi senza il quale il corso d’acqua è destinato a morire.
La regione Umbria invece ha portato una testimonianza sulla questione delle concessioni delle acque minerali, con un intervento di Raffaele Di Dio che ha elogiato l’attenzione per l’ambiente e l’utilità per l’Umbria delle aziende che prelevano e vendono le acque minerali. Intervento che ha scatenato anche molte perplessità tra gli spettatori e anche a noi di Legambiente, avendo tralasciato di dire che i canoni di prelievo sono invero molto bassi nella nostra regione, come tante volte affermato nel nostro dossier acque, e che l’enorme quantità di plastica usa e getta generata dal consumo di acque minerali (di cui l’Umbria ha il più elevato consumo pro capite in Italia) non si giustifica né dal punto di vista ambientale né da quello sanitario.
L’ARPA è intervenuta con una testimonianza video a cura della dott.ssa Cingolani che ha illustrato i controlli programmati e svolti sulle acque superficiali e sotterranee, ma sfortunatamente non essendo presenti altri rappresentati di ARPA non è stato possibile un confronto diretto proprio in tema di tutte quelle criticità rilevate frequentemente da Legambiente e non intercettate nei monitoraggi di ARPA Umbria.
Il presidente del Consorzio di Bonifica Montioni ha successivamente parlato dell’attività del consorzio e dei numerosi progetti in essere che hanno l’obiettivo di preservare e rigenerare i corsi d’acqua della Valle Umbra, aprendo la disponibilità del Consorzio ad un confronto con le associazione per mettere a terra i progetti in essere e confrontarsi su problemi e potenzialità, anche turistiche, della rete fluviale non ancora valorizzate.
Antonino Ruggiano, presidente di AURI infine ha evidenziato le numerose criticità della rete idrica a partire dalle dispersioni che fanno aumentare a oltre 8 milioni i metri cubi di acqua, su circa 5 milioni che poi arrivano effettivamente nelle case, captati dalle sorgenti e dai pozzi presenti in regione, ma di cui è particolarmente ricca la Valle Umbra e in particolare il comune di Foligno. Il presidente ha anche risposto alle varie domande ed interventi del numeroso pubblico che hanno posto all’attenzione dell’autorità sia il problema della diga di Acciano, che di fatto doveva servire al reintegro delle acque nel fiume Topino nei peridi di magra ma non ha mai svolto questa funzione, sia tutta la problematica connessa alla gestione delle sorgenti le cui captazioni, viste le innumerevoli dispersioni, compromettono le riserve di acque sotterranee di cui i territori erano ricchi.
Maurizio Zara presidente di Legambiente Umbria ha concluso l’incontro facendo delle proposte al tavolo dei relatori e chiedendo un impegno concreto e fattivo da parte di AURI e consorzio di bonifica, circa gli investimenti da fare sia sulla rete idrica che su quella fluviale in quanto la tutela degli ecosistemi acquatici, il risparmio idrico, quindi gli interventi sulla dispersione e al contempo il miglioramento della depurazione sono tutte facce della stessa medaglia che si chiama risorsa acqua, un bene comune che la collettività ha il dovere di preservare per le future generazioni.
Daniela Riganelli, che ha coordinato l’incontro, ha annunciato che Legambiente sarà sempre attenta e attiva su questi temi e da appuntamento ai cittadini e istituzioni per un nuovo incontro entro il prossimo anno.
Scarica dossier Acque in rete di Legambiente
Vedi Rapporto Ecosistema Urbano della Regione Umbria con anche i dati sulle perdite idriche delle città umbre più grandi