Le Associazioni ambientaliste a fianco del Parco Nazionale dei Monti Sibillini per una ricostruzione e una rinascita che coniughino i diritti delle popolazioni locali con la salvaguardia dell’ambiente.
Le Associazioni (AIGAE, CAI – Club Alpino Italiano, Club UNESCO di Tolentino, FAI, Gruppo d’Intervento Giuridico, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness e WWF) nel corso di un incontro con il Presidente e il Direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini hanno confermato il loro impegno a sostegno delle popolazioni del Parco che sono state, insieme a quelle dei Monti della Laga, le più duramente colpite dai terremoti del 2016.
Le Associazioni hanno sottolineato innanzi tutto come proprio l’idea che è alla base dell’istituzione dei parchi – la conservazione del patrimonio naturale come fattore fondamentale di uno sviluppo effettivo e dignitoso delle popolazioni locali – rappresenti la strada maestra per la rinascita dei Sibillini i cui valori fondamentali sono proprio quelle straordinarie risorse naturali e culturali che il sisma ha messo fortemente in crisi: è su tali valori e sulla loro rigorosa tutela che occorre basare la visione del futuro di questo territorio dell’Appennino umbro-marchigiano. Per chi è restato, per chi è tornato, per i tanti che ancora sono lontani ma restano legati alle proprie origini, per chi nel Parco intende effettuare la propria scelta di vita, per coloro che con coraggio e abnegazione si stanno adoperando per affrontare i gravissimi problemi dell’emergenza post terremoto questa visione può e deve tradursi in partecipazione, protagonismo, impegno concreto.
Ma la visione del futuro basata sull’idea del Parco è completamente assente dal dibattito sulla ricostruzione e sulla rinascita che si è sviluppato dopo il sisma: la responsabilità, gravissima, ricade su quelle Istituzioni che per il loro ruolo avrebbero dovuto e dovrebbero sostenere i parchi e la loro missione, in particolare il Parco Nazionale dei Monti Sibillini, soprattutto sul Ministero dell’Ambiente e sulle Regioni Marche e Umbria.
Il Parco invece sta diventando l’alibi per scaricare sull’Ente gestore la causa di ritardi e di inadempienze dovuti proprio a chi gestisce direttamente la ricostruzione e a chi emana norme frammentarie e comunque inadeguate che, tra l’altro, non sono neanche in grado di offrire misure specifiche per le aree più danneggiate. E’ del tutto strumentale, di fonte alle ingenti risorse finanziarie che si prospettano per la ricostruzione, attribuire al rigore del Parco il rischio di “non poter cogliere le occasioni per un rilancio dello sviluppo dei territori” con strutture e progetti che, per il loro elevato impatto ambientale e paesaggistico, sarebbero improponibili in assenza del terremoto e diventano oggi attuabili con l’introduzione della logica degli interventi in deroga e con la prospettiva auspicata di una generale, e perciò pericolosissima, deregolamentazione della materia urbanistica.
In particolare le Associazioni, mentre sottolineano l’esclusiva competenza del Parco in materia di Valutazione d’incidenza per progetti ed opere che ricadono nei siti Natura 2000 ricompresi nel Parco, manifestano la loro preoccupazione per l’approvazione della delibera della Giunta Regionale n. 41 del 15 gennaio 2018 della Regione Umbria relativa alle “Norme per la ricostruzione delle aree colpite dagli eventi sismici del 24 agosto 2016, 26 e 30 ottobre 2016 e successivi. Preadozione”, che all’art. 15, comma 1, contiene una disposizione – “Fino alla approvazione del Piano del Parco dei Monti Sibillini, si applicano le norme contenute nella L.R. 1/2015 e nella presente legge” – che è decisamente illegittima poiché viola palesemente la legge quadro sulle aree protette (394/1991). Il Piano del Parco, anche se non può certo essere interprete fedele dell’attuale situazione in forte e drammatica evoluzione, è stato in tutti questi anni e continua a essere ancora oggi – quando l’ente parco non viene scavalcato con la normativa in deroga o comunque quando non viene ignorato – il punto di riferimento fondamentale per il rilascio di nulla osta e di pareri e nello stesso tempo orienta le scelte gestionali.
Le Associazioni hanno comunque ribadito la necessità che la frequentazione e la fruizione delle aree più vulnerabili del Parco, e in particolare dei piani di Castelluccio di Norcia, non determini una insostenibile pressione del traffico privato alla “rincorsa” del parcheggio comodo, ma che vada promossa, con il programma per la ricostruzione, esclusivamente una mobilità con navette elettriche, gestita dalle stesse popolazioni locali, che preveda presenze programmate e tale da garantire tempi di permanenza sul territorio più lunghi. Così come è auspicabile che la rinascita turistica dei luoghi sia legata a un modello di ospitalità diffusa, a un turismo lento basato sulla valorizzazione dei cammini storici e naturalistici.
Le Associazioni infine hanno sottolineato come la rinascita e il futuro dei territori dei Sibillini costituiscano una straordinaria opportunità per rilanciare l’istituto del Parco, per la realizzazione del quale nel nostro Paese da quasi un secolo si sono espresse le migliori energie: una sfida alla quale sono chiamate a collaborare le comunità e le realtà economiche del territorio, le amministrazioni locali, regionali, nazionali e le associazioni ambientaliste.
Le Associazioni: Aigae, CAI – Club Alpino Italiano, Club UNESCO Tolentino, FAI, Gruppo d’Intervento Giuridico, Legambiente, LIPU, Mountain Wilderness, WWF